Il primo fortilizio, denominato Salvaterra, viene edificato fra il 1361 e il 1363 per volontà del cardinal legato Albornoz sulle rovine della cattedrale romanica. Nel 1379 Sinibaldo Ordelaffi, divenuto signore della città, opera una prima trasformazione del fortilizio in una rocca vera e propria. Un successivo intervento, realizzato da Pino III Ordelaffi fra il 1471 e il 1480, conferisce alla struttura la mole e l’aspetto attuale. La fortificazione è connotata da quattro possenti torrioni angolari, da una cinta muraria rinforzata da una muratura a scarpa e dalla presenza di un ampio fossato sui quattro lati (di cui oggi si conservano i tratti orientale e meridionale). Nel corso dei secoli il complesso passerà sotto il dominio dei Riario-Sforza, di Cesare Borgia, dei Rangoni e degli Zampeschi. Concessa in enfiteusi al cardinale Aloisio Capponi, allora Arcivescovo di Ravenna, la rocca si avvia, all’inizio del XVII secolo, a un lento e inesorabile declino. Con l’arrivo dei Francesi in Romagna, nel 1797 l’edificio viene requisito e ceduto alla nuova municipalità forlimpopolese che trasferisce qui la sua sede. Oggi, nell’ala settentrionale hanno sede gli uffici comunali; nell’ala orientale, al primo piano, si trova la sala del Consiglio Comunale: qui si può ammirare la piccola cappella palatina, decorata con affreschi seicenteschi attribuiti al pittore ravennate Francesco Longhi (1544–1618). All’interno della stessa sala è custodito il grande telo istoriato che fungeva da sipario del Teatro Comunale, realizzato dal pittore forlimpopolese Paolo Bacchetti (1848-1886) e raffigurante la distruzione di Forlimpopoli e l’ingresso del cardinal legato Egidio Carrilla d’Albornoz nella città.
Orari Camminamenti e Sala del Consiglio visitabili su prenotazione
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